S A N D R O L A Z I E R |
StudioLazier s.r.l. società d'ingegneria, architettura, urbanistica |
Studio di fattibilità relativo al collocamento e corredo di un nuovo campo per l’accoglimento delle comunità nomadi nella Città di Alba |
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Alla realizzazione del documento
hanno partecipato: Alba 15 febbraio 2005 |
Obiettivo dello studio è
quello di fornire tutte le informazioni necessarie per l’avvio di
un progetto relativo al collocamento e corredo di un nuovo campo per l’accoglimento
delle comunità nomadi nella Città di Alba. La sua finalità è quella di dare consistenza ad una ipotesi di progetto che preveda lo spostamento dell’attuale campo, oggi situato lungo le sponde del Tanaro in zona soggetta a periodiche inondazioni, in un.area laterale alla superstrada, nel tratto che da Alba porta a Roddi, in prossimità della Casa Circondariale, all’esterno del primo sistema di argini a protezione del fiume. Nella stessa zona è previsto lo svincolo autostradale e lo sbocco dei due tunnel di attraversamento della città. Tra tutte le aree prese in considerazione per la collocazione del campo, quella in esame è risultata la più idonea in relazione alle seguenti valutazioni: - storicamente e culturalmente i campi nomadi non hanno mai trovato ubicazione in zone collinari per l’assenza in tali luoghi di ampi spazi piani e prossimi ad un corso d’acqua. - Nell’ambito del Comune non esistono aree pianeggianti del tutto sicure dal punto di vista idrogeologico e nel contempo adatte alla realizzazione di un campo; - le zone di espansione della città hanno occupato nel tempo parti di territorio che, anche se convenienti dal punto di vista della sicurezza ambientale, risultano inadeguate in relazione alle finalità sociologiche contenute nel progetto e nella legislazione che lo regola; infatti, la necessaria integrazione con la popolazione locale, troverebbe intralcio e rischierebbe il fallimento a causa di un inserimento imposto in un ambiente potenzialmente e culturalmente ostile; - infine, la collocazione prevista soddisfa legittime istanze politiche e ideologiche, dando luogo a un concreto accordo di programma che rappresenta il punto d’arrivo di ogni politica rivolta al territorio. Come precisa la relazione idrogeologica dell’Ing. Massimo Reggio (relazione allegata con la lettera A), si ricade in un’area classificata IIIA,p e Eb nel P.R.G.C. e pertanto, allo stato attuale, nessuna edificazione dovrebbe essere consentita. In concreto, tuttavia, le opere di messa in sicurezza del Fiume Tanaro in questa zona sono state completate mediante la realizzazione di argini, mentre rimane da terminare la messa in sicurezza del Torrente Talloria (con un argine sulla sponda destra del rio Baracchi, il cui progetto è in fase di finanziamento) che costituisce l’unico elemento importante di rischio idraulico. Trattandosi, inoltre, di un intervento a connotazione pubblica, limitando il rischio idraulico sull’area in esame con le opportune opere, con la contestuale attivazione di opportune procedure di Protezione Civile e con una presa d’atto della Giunta Comunale, l’intervento risulta essere ammissibile. Altro dato che induce alla riflessione è quello per cui l’area oggetto d’intervento è prossima agli sbocchi delle gallerie della futura autostrada. Chi proviene da Cuneo in direzione Asti, prima di imboccare la galleria, avrà come unica esperienza della città proprio le edificazioni oggetto del presente studio. Questo è il motivo per cui è parso necessario estendere l’intervento alla porzione di terreno interposta tra il campo nomadi e la futura autostrada, realizzando un nuovo primo piano visivo rispetto alla vista del carcere e del campo stesso. Lo studio ha quindi previsto la realizzazione di tre interventi distinti: . il campo nomadi; . l’area di sosta temporanea; . l’installazione delle cento torri. Se ogni intervento, preso singolarmente, assolve ad una funzione specifica e suggerisce una soluzione distinta, è l’insieme dei tre interventi che acquista un significato più generale e completo. Da un lato, infatti, la collocazione del campo a fianco del carcere potrebbe evocare immagini di emarginazione sociale e preclusione in riferimento, soprattutto, ad un contesto sconveniente dal punto di vista del sentimento comune. Dall’altro, la possibilità di modificare lo stesso contesto dotandolo di valenze estetiche rilevanti, realizza condizioni favorevoli ad un mutamento di giudizio in senso positivo. |
L'articolo apparso su DOMUS n. 885 di ottobre 2005 |