Polo Uccello - San Giorgio e il drago (1470 ca – particolare)
Il drago nella storia
Il drago è una creatura mitico/leggendaria dai tratti solitamente
serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario
collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico
portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice
di fortuna e bontà.
Presso gli antichi Greci e, a seguire, presso i Romani, acquisirono questo
nome tutte le specie di serpenti grossi ed innocui che potevano anche
essere tenuti come animali domestici. Già con Omero si cita un
"drago", un animale fantastico con una vista acuta, l'agilità
di un'aquila e la forza di un leone, rappresentato come un serpente con
zampe e ali, mentre Filostrato, nel 217 a.C., dissertava al riguardo di
queste bestie ne La vita di Apollonio di Tiana (II, 17 e III, 6-8). L'animale
è già presente nella mitologia greca in vari miti, come
in quello del drago Ladone, padre delle Esperidi, ucciso da Eracle e posto
nel firmamento nella costellazione del Draco, o del drago Pitone ucciso
da Apollo. Ampie trattazioni sul drago sono presenti anche in opere di
scrittori Romani come Plinio, nella sua Historia Naturalis, Gaio Giulio
Solino e Pomponio Mela. Nella favola di Fedro La volpe e il drago, il
mitologico animale appare per la prima volta come guardiano di tesori
nascosti.
In Cina, i draghi sono da tempo immemorabile, assieme alla fenice, simbolo
della famiglia imperiale. Il drago è divenuto quindi una creatura
mitico/leggen-daria presente nell'immaginario collettivo di molte culture,
sia come essere malefico (il drago nella Bibbia simboleggia il male supremo,
il diavolo) ma anche come guardiano e difensore di antichi tesori e luoghi
magici e portatore di grandissimo sapere e conoscenza. Inoltre, non è
infondato pensare che queste fantasie possano essere state alimentate
dal ritrovamento di fossili di dinosauro, per l'epoca impossibili da spiegare
altrimenti: per esempio, già nel 300 a.C., un misterioso fossile
ritrovato a Wucheng, Sichuan, in Cina, è stato etichettato come
fossile di drago da un tale Chang Qu.
Il
Drago occidentale è forse il più noto e diffuso, tant'è
che è probabilmente la prima immagine che ci viene alla mente sentendo
la parola drago. Questo tipo di drago infatti è quanto di più
classico ci possiamo aspettare: corna puntute, quattro zampe, ali membranose,
aspetto da “lucertolone” e squame e scaglie su tutto il corpo,
nonché l'innata capacità di sputare fuoco: questo grazie
a delle ghiandole nella mascella inferiore che secernono fosforo. Quando
il drago contrae queste ghiandole e spalanca la bocca, il fosforo si incendia
a contatto con l'aria e la saliva emettendo la tipica fiamma.
(fonte Wikipedia).
L’allegoria
L’opera in questione propone la rappresentazione di un drago legato
al guinzaglio. Questa allegoria vorrebbe attribuire al corpo dei pompieri,
cui questa scultura è dedicata, un triplice significato.
Il primo è sicuramente quello di esprimere abilità e competenza
nel governare il fuoco e le possibili sventure ad esso connesse.
Il secondo, suggerito dall’indubbio portato ironico della scena,
vuole essere indicativo del diffuso sentimento di simpatica gratitudine
presente nella popolazione e rivolta al corpo dei vigili del fuoco.
Il terzo, infine, tale da giustificare la prolissa premessa storica precedente,
vuole comunicare soprattutto la capacità degli esseri umani –
capacità che proviene dai valori ideali, dai saperi e dalle conoscenze
di cui il drago storicamente è guardiano – di governare e
gestire a proprio beneficio anche gli eventi naturalmente avversi e potenzialmente
dannosi. Solo un grande sapere e una grande conoscenza danno la capacità
di dominare il fuoco.
La tecnica
Tecnicamente la scultura viene realizzata mediante l’accostamento
di lastre di alluminio dello spessore di 15 mm, assemblate e rese solidali
con viti e lame in acciaio inox. Alcuni particolari, come le narici del
drago, gli occhi, il collare, eseguiti in materiale ferroso, hanno una
finitura colorata con vernici al forno a base nitro.
L’elemento fiamma viene realizzato in materiale plastico (lexan)
reso solidale con la struttura mediante viti in acciaio inox.
A titolo indicativo, come richiesto da bando, si produce un particolare
dell’alluminio impiegato nella realizzazione, con la tipologia di
giunzione proposta. Dimensioni e consistenza degli assemblaggi sono qui
puramente indicativi e varieranno in funzione delle sollecitazioni effettivamente
prodotte.
Il peso complessivo della struttura è di 600 kg, distribuito su
sette punti di appoggio a terra, il che richiede per ogni punto un carico
medio di 90 kg circa. Dato il peso limitato non è prevista alcuna
opera di fondazione e ciò consente alla scultura di essere posizionata
a piacimento e spostata eventualmente nel tempo.
Le dimensioni di massima, meglio indicate nelle tavole allegate al modello,
sono 506 cm di lunghezza, 344 cm di larghezza e 417 cm di altezza.
martedì 28 luglio 2009
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